Posts Tagged ‘giugno’

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26 giugno: a Napoli, successo del Gay Pride

giugno 27, 2010
Slogan della manifestazione è “Alla luce del sole” perchè per troppo tempo omosessuali, bisessuali e transessuali sono stati costretti a reprimersi per la paura di essere ‘riconosciuti’ e derisi o peggio ancora picchiati. Non parliamo dell’Italia del 1970, non parliamo della Somalia del 2010. Parliamo dell’Italia di oggi, quella Italia dove camminare per strada mano nella mano, portando una maglietta rossa e un po’ di barba, può significare essere bloccati da un numeroso gruppo di estremisti, additati come ‘froci e comunisti’ ed essere pestati. Tutto ciò è accaduto davvero, nel ‘civile’ nord-est, a Padova. Ed accade al nord ovest, al centro e al sud. Episodi che in altri paesi sarebbero inimmaginabili e non tollerati, nella nostra nazione vengono condannati solo a parole. E’ un passo avanti che sulle nostre TV si veda uno spot anti-omofobia mandato qualche volta qua e là ma serve di più. Le ultime statistiche in merito hanno dimostrato come l’Italia effettivamente sia, tra i paesi europei, uno di quelli con le minori tutele legislative. Solo alcuni paesi balcanici, dell’est e la  Turchia non riescono a superarci. Certo forse da un paese nato da neanche una decina d’anni ancora non si può pretendere una legislazione ‘occidentale’ ma da una delle sedicenti potenze del mondo, democrazia compiuta da ormai più di sess’antanni, ci si aspetterebbe di più. Non solo la legislazione però, deve essere attualizzata. Qui si parla anche di cultura. Sì, perchè sapere che l’omosessualità non è una malattia, sapere che un gruppo di ricercatori dell’ Università di Padova l’ha spiegata in senso neodarwininano, sapere che nella maggioranza degli altri paesi europei gli omosessuali si possono sposare o vedono riconosciuta la loro unione…non si può chiamare in maniera diversa: cultura, sapere, conoscenza. I media e la scuola, sono gli strumenti che gli stati liberali utilizzano per diffondere la cultura. Io non accetto che si voglia limitare il discorso ad un semplice “Siamo tutti uguali” buttato là per dovere politico. Sugli omofobi non fa alcuna presa. Gli omofobi devono essere costretti a capacitarsi della loro ignoranza e ad accettare che le loro posizioni sono prive di fondamento sulla base delle conoscenze attuali. Anche per questo, mi duole dirlo, i Gay Pride servono a poco. Servono per manifestare, come ogni cittadino ha il diritto di poter fare. Al contempo però, caricano di odio e sdegno tutti coloro che già credono abominio il bacio tra due uomini, figuriamoci tutto il resto. Ieri a Napoli, pare ci fossero più di 100.000 persone, 300.000 secondo gli organizzatori. Per quanto io, pur essendo bisessuale non condivida assolutamente l’ostentazione ritenendola inutile, la capisco. Ad alcuni basta essere presenti. Altri, credono di dover ‘fare rumore’ per essere notati. Ad altri ancora invece, piace mostrarsi e basta. Indipendentemente da tutto questo un fatto deve essere sottolineato. Ieri, al Gay Pride di Napoli non ci sono stati attacchi al cattolicesimo e anzi, pare che a portare lo striscione d’apertura siano stati proprio degli omosessuali, bisessuali o transessuali cattolici. Ciò che mi ha colpito più di tutto, sono state le affermazioni del lettone Kaspars Zalitis: “Questa manifestazione spero di poterla vedere nel mio Paese tra dieci anni”. Noi ci lamentiamo, e lo facciamo giustamente, della situazione italiana. Non dobbiamo mai dimenticare però che ci sono paesi da noi neanche troppo distanti, come la Lettonia o la Polonia, nei quali la situazione è assai peggiore. Ho sentito tante persone affermare di voler andare via, approdando in nazioni gay-friendly come la Spagna o la Svezia. Non critico chi ha queste intenzioni o chi le ha messe in atto ma esorto tutti gli altri a rimanere per migliorare dall’interno il nostro disastrato paese. Per una descrizione più dettagliata della manifestazipne vi rimando a questo articolo di Repubblica.

http://www.repubblica.it/cronaca/2010/06/26/news/gay_pride-napoli-5182042/?ref=HREC1-9

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Antonio Di Pietro: “Ricevo e rilancio: Domani giovedì 10 giugno dalle ore 11 la società civile si convoca davanti al Senato

giugno 9, 2010
Il leader di Italia dei Valori Antonio Di Pietro, dalla sua pagina Facebook lancia un messaggio poco prima delle 22 di oggi mercoledì 9 giugno 2010. Ecco il testo del messaggio.
“Ricevo e rilancio: Domani giovedì 10 giugno dalle ore 11 la società civile si convoca davanti al Senato in occasione del voto di fiducia sulla legge bavaglio. Passaparola. Passapost. PassaSms”
Il mio personale e modesto appello a chi abita a Roma e dintorni. Se anche voi, indipendentemente dalla parte politica, avete a cuore quei valori come la libertà di stampa, la libertà di informazione e la democrazia partecipata…se anche voi credete che ci siano altre soluzione legislative per tutelare maggiormente la privacy, fate in modo di essere presenti davanti al Senato domani.
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E’ ufficiale: fiducia sul ddl intercettazioni

giugno 9, 2010
Proprio pochissimi minuti fa, il Senato ha ascoltato il ministro dei Rapporti col Parlamento Elio Vito che, intervenendo in aula, ha confermato l’intenzione del governo di arrivare alla fiducia. Via libera che, come afferma lo stesso ministro, risale già al consiglio dei ministri del 25 maggio 2010. Fortissime proteste e brusio. Nel corso degli interventi il senatore IDV Belisario aveva invocato atti anche estremi contro questo ddl.
Avevano preparato tutto dunque. Ancora una volta, il Parlamento, viene esautorato. Ancora una volta, le espressioni della rappresentanza popolare e dell’indipendenza dei parlamentari, vengono vilipese. Ciò che rende il tutto ancora più grave, è il provvedimento in esame. Il ddl bavaglio, quello che continua a comprendere multe fino a oltre 450.000 per editori, carcere per i giornalisti, limitazioni pesantissime alla giustizia e alla libertà di stampa. Accade qualcosa di eversivo e spudorato in questo paese ma d’altronde non c’è da stupirsine. Oggi Berlusconi ha detto che è un incubo governare con questa Costituzione. Già, era meglio il ventennio. In questo momento (16.18 del 9 giugno 2010) la seduta è sospesa. Così come lo stato di diritto.
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La festa della Repubblica morente

giugno 2, 2010
Oggi è la festa della Repubblica ma non si vede. Le famiglie spensierate si recano nei parchi a fare grigliate e picnic felicemente inconsapevoli del significato che questa festa ha e dei valori che essa vorrebbe trasmettere. Le forze armate sfilano con onore, le frecce tricolore tingono i nostri cieli con la bandiera Italiana. Nel frattempo, i ministri leghisti, i ministri di quella lega che è nel governo e che esercita su esso un peso abnorme che ne condiziona ogni scelta, loro, disertano la parata come tradizione vuole. Beh, almeno loro non sono ipocriti. L’Italia la odiano e ce lo fanno capire bene. Che dire di quei valori fondamentali di democrazia, giustizia e libertà? Almeno quelli ci sono? Figuriamoci. Viviamo in un paese addormentato e fintamente democratico, nel quale il diritto a governare  e a governare oltre i limiti costituzionali viene fatto dipendere da una espressione popolare manovrata da un impero mediatico. Viviamo in un paese nel quale si tenta di annientare la libertà di stampa e di informazione e tutto rimane immobile. Le manovre sempre negate che ora pugnalano alle spalle il ceto medio e salvaguardano le cricche; i fondi tagliati ad istruzione e ricerca; il parlamento non eletto ma nominato; la giustizia lenta e ingiusta; la disoccupazione giovanile al 30%. Non sono tutti questi problemi a rendere morente la nostra repubblica: a renderla morente è la nostra incapacità di vederli, di conoscerli e di risolverli. Meglio fare come Berlusconi: mentire. Nascondere la realtà. Voltarsi dall’altra parte. Lui è il maestro e noi i più degni allievi.
Ieri sera un Berlusconi infuriato ha chiamato in diretta a Ballarò per sottolineare il suo sdegno rispetto alle parole dette dal vice di Repubblica Giannini. Quest’ultimo aveva affermato che Berlusconi disse in passato “evadere in Italia è inevitabile”. Il PdC ha chiamato e s’è fatto sentire: “Vorrei dire che il giornalista di Repubblica, Massimo Giannini, ha mentito spudoratamente: da parte mia non c’è mai stato un sostegno all’evasione fiscale” ma ne ha avute anche per i sondaggi IPSOS ” “Sono sondaggi fasulli, ho in mano un sondaggio di Euromedia che dice che il 62% degli italiani sta col presidente del Consiglio e il mio governo ha un gradimento del 50%. Tanto vi dovevo perché non è accettabile sentire in una Tv di Stato certe menzogne”. Peccato che effettivamente il Presidente del Consiglio nel 2004 dichiarò: “Mi sento moralmente autorizzato ad evadere”. Sull’altro fronte il sondaggista Pagnoncelli replica “Noi siamo al di sopra delle parti, siamo perfino quotati in Borsa in Francia: se faccio sondaggi fasulli, vengo subito cacciato. Al presidente del Consiglio chiedo rispetto e dico solo: come giustifica la differenza fra i voti al suo partito e il gradimento che lui sostiene di avere?” Ma il Cavaliere aveva già riattaccato. Nella nuova Repubblica Italiana funziona così.
E allora sì, suicidiamoci. Prendiamo il concetto di stato e polverizziamolo, calpestiamo la separazione dei poteri, deploriamo la verità, accusiamo i giudici comunisti e i giornalisti killer, sostituiamo Resistenza e Storia dell’Arte con culi e tette. Poi scendiamo in strada tutti felici e festeggiamo la festa della Repubblica anche se magari il giorno prima abbiamo dato ragione a Berlusconi nel ritenere che “In Italia c’è fin troppa libertà di stampa”. D’altronde l’illusione di vivere in un sogno può non morire mai.  Sono conscio di usare esempi a noi poco vicini ma lo faccio per semplificare. Sapete, non sono i nomi i proclami e le feste a contare. La Cina non si chiama Cina ma Repubblica Popolare Cinese. E in Corea del Nord fanno delle parate meravigliose. Faremmo meglio ad impararle queste cose, prima che anche la nostra Italia diventi un repubblica popolare o chissà, una monarchia.